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Con la coda dell'occhio (1993-1994)

Con la coda dell’occhio è un progetto sul margine della città – ho fotografato gli scarti, soprattutto i bordi, le zone periferiche e non interessanti, talvolta proprio nel centro della città. La periferia osservata dall’altezza dell’occhio del bambino.È un lavoro sulla percezione: la percezione disattenta, non intenzionale, senza direzione, non razionale. Sono immagini dimenticate, scartate dalla mente, intraviste con la coda dell’occhio. Ma si tratta nello stesso tempo del margine della città: è la città vista da terra. Mi interessa quello che sta ai margini della percezione, alla periferia della coscienza in un discorso razionale. L’attenzione fluttuante permette di intercettare le inflessioni, le pause che al dì là della loro banalità apparente organizzano il significato.Le fotografie sono prese dal basso, da una posizione accovacciata: c’è sempre una zona fuori fuoco. Il margine della città è messo al centro e monumentalizzato. Ingrandisco la foto in scala 1:1 per trasformare e dare importanza a ciò che è rimosso o escluso dal campo della visione.

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